Sotto la mia finestra stamattina c'era un vociare di bambini:ognuno indossava una MASCHERA e parlavano di una festa a cui dovevano partecipare nel pomeriggio.
Carnevale nell'aria dunque ma non solo...ci sono di mezzo anche IDENTITA' e COLLETTIVITA' ! Il Carnevale, infatti, ci invita a riflettere su un aspetto che, spesso, tutti danno per scontato: chi siamo? gli sguardi degli altri ci interessano veramente? Ma soprattutto, ci ricordiamo del nostro VOLTO, dei nostri occhi prima di guardarne altri?

La parola MASCHERA ha una etimologia incerta e particolare che l'avvicina al significato anche di "fantasma, spirito": essa è ciò che nasconde ed insieme rivela, serve per coprire, incarnare un personaggio, proteggersi da virus o in uno sport, è scudo ma anche una prospettiva di sguardo differente. Quindi dal mondo greco fin ai nostri tempi coinvolti dall'epidemia del COVID, tale termine ha assunto varie sfumature di senso ma, alla base, vi è un concetto che, nonostante i mille significati e seppure venga spesso dimenticato, esso mantiene e indica sempre, quello dell'IDENTITà, quello che richiama alla nostra "FIGURA", ai nostri profili da esseri umani sempre alla ricerca di qualcosa, in viaggio dentro e fuori di se stessi, tra, con e grazie anche agli altri: una identità che è maschera individuale e sociale, figura interiore e profilo esteriore.

Nella MASCHERA che, di solito, lascia visibili o lascia solo intravedere gli occhi, dunque scopriamo che siamo uno e molti, siamo insieme ed oltre: insieme perché, nella sua unicità e originalità di possedere molteplici caratteristiche personali, ognuno di noi è posto anche in una comunità formata da altri individui, ambiente che lo abbraccia e di cui è parte fondamentale; oltre perché, invece, attraverso la propria unicità che si scopre e si dà interamente solo all'interno di una comunità molteplice, ogni individuo rappresenta anche la capacità di poter guardare alla propria interiorità e al di là di questa quando si scontra con altri individui con cui condivide la stessa essenza umana. Guardare per guardarsi, accarezzare altri volti e scontrarsi con essi per ritrovare la radice del proprio volto e farsi curare da essa: questa è la meravigliosa missione a cui l'esistenza chiama ognuno di noi.
Dietro la MASCHERA che ci creiamo ogni giorno per proteggerci, nasconderci o illudere noi e gli altri, in realtà, nonostante la presenza di questo limite, noi rimaniamo, infatti, sempre l'immagine riflessa nella pupilla dell' altro che ci è fisicamente accanto, oppure che è lontano ma sentiamo vicino, dell'altro che vediamo dietro degli schermi, o di quello che ha bisogno di aiuto e di ascolto, o anche dell'altro ribelle, dell'altro che non ci capisce o che ci è indifferente e che sentiamo totalmente diverso da noi. Dobbiamo pensare dunque OLTRE LA MASCHERA E A PARTIRE DA ESSA CHE, SOLITAMENTE, LASCIA INTRAVEDERE SOLO GLI OCCHI: ognuno di noi è contenuto nelle pupille degli altri, che l'esistenza quindi è un circolo di sguardi che si appartengono senza appartenersi, un intreccio di occhi che, in modi incomparabili ma comparabili nella loro radice di senso, devono essere responsabili e custodi reciprocamente. Lo sguardo è la cifra del valore umano.

E allora il CARNEVALE dovrebbe essere la festa dello SGUARDO CHE VA OLTRE LE MASCHERE D'ESISTENZA, la celebrazione della MASCHERA come STRADA che, nella protezione personale o illusione, CI FA RICORDARE DI GUARDARE CHI SIAMO E GLI ALTRI CHE ABBIAMO INTORNO: OGNUNO è UNA MASCHERA CHE ATTENDE SOLO DI ESSERE STRAPPATA VIA. GUARDARE SIGNIFICA ESSERE SENTINELLE DI SGUARDI ATTRAVERSO MASCHERE D'ESISTENZA, PER RECUPERARE I RIFLESSI DI OCCHI INTERIORI E FONDERLI INSIEME PER CELEBRARE, OGNI GIORNO E NELLA RESPONSABILITà COMUNITARIA, IL VERO CARNEVALE, OVVERO LA PREZIOSITà, L'UNICITà E LA MERAVIGLIA FORTE E FRAGILE DI OGNI ESISTENZA UMANA.
Vi auguro di strappare tante maschere ed, in primis, la vostra...quello strappo sarà riflesso di un nuovo "occhio" per rinnovare l'umanità, sarà la libertà dell'amore.
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