BLACKOUT

 



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Spesso durante i temporali, soprattutto quelli estivi solitamente molto impetuosi, capitano i blackout: momenti di oscurità improvvisa dentro case illuminate da luci di lampadari di lacrime e sorrisi sopra vite identiche ed uniche. 

Tutto cala improvvisamente nell'oscurità, le menti si bloccano e i corpi si muovono incerti. 

Il blackout è un momento di PANICO e di RIFLESSIONE.

Esso rappresenta paura perché, al buio, nulla è più visibile. Si vaga a tentoni, cercando soluzioni per muoversi senza scontrarsi con oggetti, con altre persone, con pensieri...Il blackout porta con sé la perdita di sicurezza ma anche la possibilità di cercare soluzioni per "sopravvivere" a quel buio improvviso e imprevisto, per mantenere accesa la luce della propria mente e del proprio cuore, unica guida, quando le candele non ci sono o la torcia di salvezza è introvabile. 
Il blackout è quindi momento di panico che genera: difatti, se ci pensiamo bene, dopo la confusione iniziale, a poco a poco, nel buio i nostri occhi si abituano e il corpo inizia a muoversi con sicurezza e la mente a lavorare più tranquillamente anche se a piccoli passi in attesa e ricerca di luminose soluzioni che possano giungere nel tempo più breve possibile. 

Dunque, il blackout è anche profondo momento di pensiero, di riflessione e concentrazione, pausa creativa, interruttore che fa accendere mille colori diversi.
Il buio conduce alla profonda meditazione e 
conoscenza di se stessi: penso agli eroi che si alzavano quando era ancora buio e si mettevano dietro le tende ad osservare il campo di battaglia prima di ogni lotta crudele. Respiravano e pensavano e, con l'alba, il panico del buio diventava coraggio del pensiero in azione. 

Dunque, dovremo ogni tanto vivere di blackout. Staccare i cervelli dalle prese, interrompere la corrente dell'abitudine troppo spesso  causa di rigidità di vita, voragini di incertezze, stanchezza mentale. 

Fare blackout vuol dire fermarsi nel buio che, alle volte, cala sull'esistenza e non temerlo ma accoglierlo, farne momento di concentrazione, tempo per sfregare energicamente ogni parte del nostro corpo, per accarezzare o schiaffeggiare pensieri e azioni che ci fanno "sbattere" in quel buio imprevisto, per abituarsi all'oscurità perché si ha acquisito la consapevolezza di poter accendere la luce, che è nei nostri occhi, nei nostri sguardi che non si arrendono e fanno del blackout vittoria della luce.


Allora, eroi...Buoni blackout e albe di nuova luce! :-)


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Scrittura, alba dell'anima...

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