ASTRONAUTI DELLA COMPLESSITA'
Da sempre ho un fascino per l'universo, i suoi misteri e le sue stelle, un mondo fatto di matematica, luce e velocità, emisferi e buchi neri, incomprensibile perché complesso ma non complicato, inquieto ed incerto perché immagine dell'umano in carne ed ossa.
Nella forza della sua fragilità, ognuno di noi è un ASTRONAUTA DELLA COMPLESSITA'.
Ma concretamente cosa significa questa definizione? Detta così appare difatti come qualcosa di strano e incomprensibile: contrapposta alla parola "astronauta" che fa pensare a scene di film o ad un qualcosa di esistente ma "lontano", emerge in maniera più forte l'altro termine, quello di complessità, il cui significato è sempre interpretato come sinonimo di complicato, intrecciato, annodato.
Complicato è qualcosa che presenta difficoltà di azione, comprensione, insomma un ostacolo inevitabile, una confusione irrefrenabile.
Complessità significa "tessuto insieme", quindi sta ad indicare l'essere parte di una rete tra personale e pubblico, tra ostacoli e intelligenza, tra interiorità ed esteriorità, significa essere nodi di quella corda che è comune esistenza ma unica e diversa.
Ecco, chiarita tale fondamentale differenza, essere ASTRONAUTI DELLA COMPLESSITA' in questa vita significa dunque:
1) OLTREPASSARE I LIMITI: un astronauta è difatti colui che supera il limite sicuro della stabilità della terra per gettarsi a capofitto nell'assenza di gravità del cielo. Oltrepassarsi è fondamentale, significa andare oltre quotidianità e consueti pensieri o solite azioni, è inventare da capo le parole, spingersi al profondo perché è lì insito il fuoco interiore, sole di verità e consapevolezza di ogni cosa, di ogni essere umano.
2) AFFRONTARE IL BUIO: l'astronauta è quello che ha paura del buio ma ne fa mistero e scoperta, tremore e meraviglia. Davanti alla rete esistenziale, complessa, sia umana sia digitale, in cui viviamo quotidianamente, ognuno di noi è difatti chiamato a respirare forte e attraversare il buio che la compone...sì, perché la complessità è il valore del negativo, ovvero ciò che ci fa comprendere come la crisi, i momenti bui e difficili siano fondamentali per renderci astronauti che, senza gravità, esplodono nei buii della complessità e diventano torce di intelligenza, forza e fragilità. 3) DANZARE ALLA VELOCITA' DELLA LUCE: un astronauta si abitua all'assenza di gravità dopo aver affrontato il buio delle difficoltà. Ne fa una strana nuova routine: sospeso ma vigile, libero nel cielo ma legato alla terra, forte nel sapere, titubante nei movimenti, fragile nei pensieri lontano da casa ma radicato potentemente alla navicella spaziale della sua anima e del suo corpo. In tal modo, dunque, con queste caratteristiche e con questa consapevolezza, l'ASTRONAUTA in mezzo alla complessità, rete di valore trasformativo e rigenerante e non difficoltà o ostacolo, apprendendone a poco a poco l'arte, inizia a danzare fino a piroettare alla velocità della luce.
Questa finale danza è la vita che ha oltrepassato i propri limiti riaffermando la radice vera del senso, che ha affrontato e continua ad affrontare il buio dei buchi neri in cui l'esistenza alle volte finisce e infine, che fa della complessità musica essenziale per apprendere l'arte della danza e, tra salti e arabesque, per divenire luminosa stella cometa che si muove veloce e brilla forte nella sua fragilità di bellezza e potenza.
Vi auguro e mi auguro di capire tale vocazione e vivere sempre così...unica cosa necessaria? Gli astronauti studiano, si concentrano, si sacrificano, si allenano tra prove fisiche e spirituali per essere pronti a quella strana vita senza stabilità che li attende di volta in volta prima di partire per un nuovo "viaggio". Viaggio al di là del cielo, fuori e nelle proprie anime in una complessità che è rete che rigenera pensiero critico e azione, che è rivoluzione tenera per riprendere in mano se stessi e, a poco a poco, attraverso scoperte e consapevolezze in quell'universo sconosciuto, per tornare ad illuminare le stelle di verità.
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